PARZANICA

1. Chiesa Santissima Trinità


 

1. SANTISSIMA TRINITA'

Non è facile raggiungere la piccola chiesa della Santissima Trinità di Parzanica, che sorge sulla vetta del cosiddetto Mut dèi Pagà, un’altura boscosa dal nome parlante; ma la fatica di chi percorre a piedi il sentiero che si inerpica fino alla cima del promontorio è ampiamente ricompensata dalla incomparabile vista sull’intero Lago d’Iseo.

Oggi il visitatore rimane attonito di fronte allo spettacolare panorama; perché, dunque, non pensare che anche in epoca bassomedievale l’uomo sia stato attratto dall’eccezionalità del punto panoramico che, unitamente alla difficoltà d’accesso, doveva rendere il sito particolarmente idoneo all’avvistamento e quindi alla fortificazione. Ed effettivamente, nel luogo in cui oggi sorge la chiesa, lo scrittore iseano Gabriele Rosa testimonia l’esistenza di edifici fortificati ancor prima della metà dell’ XI secolo, sulla base di una notizia contenuta in un documento del 1051, in cui le fortificazioni sono già menzionate come ruderi. L’importante presenza longobarda nel territorio di Parzanica, il nome Castei dei Pagà, attribuito dal documento alle fortificazioni, nonché il toponimo Mut dèi Pagà rendono plausibile l’ipotesi di un’occupazione altomedievale del sito, luogo ideale di resistenza pagana da parte dei Longobardi ariani contro l’opera cristianizzazione promossa dai Franchi conquistatori. Non è tuttavia da escludere che in epoca altomedievale siano state semplicemente riutilizzate strutture fortificate preesistenti; pare, infatti, che la frequentazione del luogo risalga addirittura all’epoca preistorica perché, come afferma Silvano Danesi, la conformazione del terreno suggerirebbe la presenza di un castelliere, luogo fortificato tipico dell’Età del Bronzo e del Ferro, spesso riutilizzato con la medesima funzione in epoche successive.

La presenza di una chiesa in un luogo che sembra fortificato fin da tempi assai remoti non è tuttavia casuale perché, sulla base di una testimonianza di Gabriele Rosa, reinterpretata dal Danesi, il luogo sembra essere connesso all’antichissimo culto delle divinità celtiche, dato che consente di ipotizzare l’esistenza già nell’Età del Ferro di un edificio cultuale pagano in connessione alle strutture del castelliere.

Nulla si conserva di quei primitivi edifici, mentre per secoli sembra continuare a sopravvivere la duplice funzione difensiva e religiosa del Mut dèi Pagà, almeno fino all’epoca della conquista dei Franchi; questi, ormai piegata una delle ultime resistenze longobarde di fede ariana, quasi a voler sottolineare la nuova cristianità del sito, dedicano alla Santissima Trinità l’edificio cultuale già esistente. Dall’epoca carolingia fino al secolo scorso, la chiesa diventerà luogo privilegiato di assistenza e di ospitalità ai bisognosi e ai viandanti ad opera di religiosi romiti; vestigia riferibili al romitorio di epoca altomedievale sarebbero presenti al di sotto delle strutture occidentali della chiesetta che, secondo quanto ritiene Albino Bordogna, costituirebbero la parte più antica dell’edificio oggi visibile. Si può plausibilmente pensare che tali strutture siano da attribuire al XII secolo, ipotesi avvalorata in anni recenti dal ritrovamento da parte del Danesi di un “nodo di Salomone” graffito su una delle pareti interne della chiesa, accanto al quale un cartiglio sembra riportare la data MC (1100). Solo nel Quattrocento, la chiesetta avrebbe subito un ampliamento verso est ed una sopraelevazione; all’opera di ristrutturazione quattrocentesca andrebbero riferiti anche la torre campanaria e gli affreschi del catino absidale. 

 

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