CASTELLI CALEPIO

1. Chiesa di S. Giovanni Battista - Cividino

2. Chiesa di S. Salvatore - Tagliuno

3. Chiesa di S.Maurizio - Castel de' Conti


 

1. S.GIOVANNI BATTISTA-CIVIDINO

 

La chiesa di San Giovanni Battista si segnala soprattutto perché mantiene sostanzialmente integre le proporzioni e le spazialità dell'edificio romanico.

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Sorto nella seconda metà dell' XI secolo su un precedente organismo chiesastico di dimensioni più contenute ed abside a terminazione rettilinea, riferibile all'età carolingia, l'edificio romanico è da allora infatti rimasto pressoché immutato nella sua consistenza fisica e nella veste esteriore, come si può verificare dalle murature perimetrali, interessate da una ritmica scansione di campi in leggero sfondato delimitati da lesene e chiusi superiormente da una triplice sequenza di archetti pensili. Lo stesso motivo ricorre nell'abside, in cui si aprono tre semplici monofore a doppio strombo. Il campanile, foggiato quasi come una torre difensiva, alto com'è e dotato di feritoie, è stato annesso alla chiesa in una fase di poco posteriore.

San Giovanni CividinoL'interno è rilevante per la ricca decorazione ad affresco che originariamente ricopriva la superficie interna dell'abside e di cui rimangono significativi frammenti datati alla seconda metà dell' XI secolo. In particolare, si notino il velario che orna la base, animato da figure fantastiche, e i motivi geometrici e fitomorfi che riquadrano le piccole monofore e definiscono la fascia inferiore. L'altare eccezionalmente conserva le fattezze e le dimensioni della fase romanica.

Gli ultimi restauri, condotti tra il 1979 e il 1981, hanno lasciato parzialmente in vista, valorizzandole, le tracce archeologiche dell'edificio più antico ed alcune delle numerose sepolture altomedievali, tutte orientate e di forma antropoide, rinvenute durante la campagna di scavi entro e fuori il perimetro della chiesa carolingia. 

  


2. S.SALVATORE-TAGLIUNO

 

La chiesetta viene citata per la prima volta nella visita di S. Carlo Borromeo del 1575: “L’oratorio di S. Salvatore, campestre, ha un unico altare non più decoroso. Ha un reddito di venti soldi, senza oneri, che percepisce il rettore; non vi si celebra; tolto l’altare, sia chiusa entro tre giorni.”

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È la più antica del luogo, servì sia come luogo di culto, sia da lazzaretto in epoche di epidemie: durante il colera della seconda metà dell’ottocento e nel 1911, come risulta da una lettera del sindaco che la requisisce. Tale uso spiegherebbe gli intonaci sbiancati che coprirono gli affreschi alle pareti. Nel 1979 iniziarono i lavori di restauro e, con il rifacimento  del pavimento, si sono messe in evidenza le fondamenta della chiesa romanica e i resti di un edificio precedente, forse un tempietto romano visto che siamo sulla direzione della strada romana Telgate-lago.

All’interno sono stati riportati alla luce affreschi di varia epoca. All’esterno, sotto la finestra, a sinistra della facciata, si è trovata una tomba in pietra risalente all’epoca più antica della costruzione: quella preromanica. Attualmente la chiesetta romanica viene aperta in occasione della Sagra di san Fermo, raffigurato su un affresco interno datato 1644, il 9 agosto.

 

 

 


 3. SAN MAURIZIO - CASTEL DE' CONTI 

La chiesetta di San Maurizio si trova ad oggi inglobata nel castello di Calepio è poco percepibile ad occhio nudo ma se ne può parlare con precisazione, vista la documentazione recuperata presso la biblioteca A. Mai di Bergamo.

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E' stata edificata alla metà del 500 nel bel mezzo del terreno che stava attorno al castello, sotto le mura dello stesso ed è stata eretta sopra ad una camera quadrata a causa della forte pendenza del terreno; probabilmente, anch'essa fungeva da cappella. 

Un inventario dei beni parrocchiali del 1456 rivela che l'oratorio è stato costruito dal Conte Calepio nel 1433 ed apparteneva, insieme al terreno, alla Pieve di Calepio. 

Successivamente, tra il 1689 ed il 1690, il Conte Orazio, visto che i fedeli, a detta sua, utilizzavano altre chiese e che quindi la chiesetta di San Maurizio non veniva usufruita, aveva fatto innalzare sopra di essa alcune stanze in modo che potesse ampliare la sua abitazione. 

Per questo motivo venne accusato di aver profanato l'edificio sacro e di averlo sottratto ai beni della chiesa parrocchiale, dovette così rivolgere una supplica alla Penitenziaria Apostolica con la quale dichiarava di aver agito ritenendo l'oratorio in ragione della sua famiglia e si offriva a pagarne il prezzo alla chiesa matrice. 

Il primo piano di questo edificio attualmente è formato da tre ambienti, modificati varie volte nel tempo ed ad oggi aventi la funzione di locali di servizio dell'ente. La stanza ad Est presenta lacerti di affreschi, resti di una piccola abside, di una monofora a forma di croce tamponata ed illuminata dalla presenza di due grandi finestre rettangolari. 

La finestra sulla parete est insiste sulle strutture certamente più antiche di una piccola abside semicircolare: il vano della finestra attuale è leggermente strombato, ha una profondità di circa 50 cm e l'ampiezza maggiore verso l'interno della stanza misura 170 cm, dimensione dell'abside. Le recenti rimozioni di intonaco e parti di strutture confermano l'esistenza della piccola abside semicircolare. Le esigue parti visibili di questa struttura sono ricoperte di affreschi raffiguranti figure umane e cartigli, si tratta molto probabilmente della rappresentazione di santi. Gli affreschi del lato destro continuano con una scritta che data la costruzione all'anno 1433 ad opera del Conte Trussardo da Calepio sopra la quale si trovano altri lacerti di affrechi che rappresentano un piede e i lembi della veste di alcune figure umane.